Erba Vita Multivitamineral Adulti 30 Compresse

Erba Vita Multivitamineral Adulti 30 Compresse

Integratore alimentare multivitaminico-multiminerale, arricchito con Luteina, formulato per adulti. La sua formula bilanciata è ideale per fornire un apporto equilibrato di Vitamine e Minerali in accordo con i valori nutritivi di riferimento giornalieri (NRV e LARN) in caso di ridotto apporto o aumentato fabbisogno di tali nutrienti.
Prezzo listino: 12,90 € Sconto: - 19% Prezzo Farmaciauno 10,40 € Risparmi: 2,50 €
Prodotto momentaneamente NON disponibile
Minsan
972763318
Brand: MULTIVITAMIN
Casa FarmaceuticaERBA VITA GROUP SPA
Codice EAN0767787923594
Denominazione

Erba Vita Group Multivitamineral Adulti 30 Compresse

Indicazioni

ERBA VITA GROUP MULTIVITAMINERAL ADULTI e un integratore alimentare a base di Vitamine e Sali minerali ad elevata biodisponibilità, opportunamente selezionati e bilanciati, indicati in caso di ridotto apporto o aumentato fabbisogno. Completa la formula la presenza Luteina da fonte naturale.

Filosofia

ERBA VITA GROUP Dal 1982 coltiviamo benessere nella sua forma più naturale e siamo presenti in oltre 30 Paesi del mondo. Quotidianamente ricerchiamo e selezioniamo le migliori piante e materie prime provenienti da ogni continente, sviluppando prodotti fitoterapici, integratori alimentari, cosmetici e dispositivi medici. Lavoriamo per donare salute in ogni momento della giornata, in ogni stagione, ad ogni età. Mettiamo al centro del nostro lavoro l’attenzione per l’uomo e per la natura partendo dal rispetto del suo equilibrio, dei suoi tempi e dei suoi singoli elementi. Dal 2017 Erba Vita fa parte di Valpharma Group. L’esperienza fitoterapica e nutraceutica di Erba Vita è oggi messa a sistema con l’innovazione tecnologica e la competenza nella ricerca e sviluppo applicata alla produzione farmaceutica di Valpharma San Marino e Valpharma International.

Modalita' d'uso

Si consiglia di assumere 1 compressa al giorno, con abbondante acqua o altro liquido.

Avvertenze

Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni. Non superare la dose giornaliera consigliata. Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e di un sano stile di vita.

Specifiche

VITAMINA A L’attività biologica della vitamina A è attribuibile sia al retinolo e analoghi (detti retinoidi, fra i quali il retinale e l’acido retinoico) che ai vari carotenoidi (provitamina A) che possiedono attività provitaminica. Il retinolo è presente in natura solo nei tessuti animali sotto forma di retinil‐esteri, mentre nei vegetali prevalgono i carotenoidi. Questi sono largamente diffusi in natura, e fino ad oggi ne sono stati caratterizzati circa 600 tipi diversi raggruppabili in carotenoidi idrocarboniosi (caroteni) e loro derivati ossigenati (oxicarotenoidi o xantofille). Di queste 600 molecole solo il 10% circa possiederebbe un’attività provitaminica, e tra queste ultime, il β‐carotene è sicuramente il più diffuso ed attivo. Le diverse forme provitaminiche vengono assorbite, trasformate in retinolo ed esterificate a livello della mucosa intestinale. Gli esteri del retinolo (soprattutto il retinolo palmitato) vengono immagazzinati nel fegato, da dove verranno immessi in circolo, a seconda delle necessità, dopo idrolisi a retinolo libero. I livelli plasmatici di retinolo sono finemente regolati da un meccanismo omeostatico, e si mantengono perciò a valori costanti. Funzioni: Indispensabile per il meccanismo della visione e per la differenziazione cellulare; di conseguenza è necessaria per la crescita, la riproduzione e l’integrità del sistema immunitario. Costituente della rodopsina (pigmento visivo) agisce nella sintesi dei mucopolisaccaridi. Favorisce e promuove la nutrizione la crescita e l'attività vitale di tutti i tessuti organici e in particolare di quelli epiteliali, mucose, occhio. Carenza: Malformazioni ossee, ritardo dello sviluppo, xeroftalmia (cheratinizzazione dei tessuti oculari). Diminuito adattamento alla luce di bassa intensità (cecità notturna). Stati più avanzati di carenza si manifestano con secchezza della congiuntiva e della cornea (xeroftalmia), e quindi con danni permanenti all’occhio. VITAMINA B1 La tiamina è chimicamente costituita da un anello pirimidinico collegato ad un anello tiazolico; la sua forma biologicamente attiva è l’estere pirofosforico (TPP), che occupa un ruolo centrale nel metabolismo energetico cellulare. Esso infatti interviene come coenzima nella decarbossilazione ossidativa del piruvato, nella decarbossilazione ossidativa dell’α‐chetoglutarato nel ciclo di Krebs e nella reazione transchetolasica nel ciclo dei pentosi fosfato. Nei tessuti animali la tiamina è presente sia in forma libera che esterificata come tiaminamonofosfato (TMP), tiamina‐pirofosfato (TPP) e tiamina‐trifosfato (TTP). Le forme più abbondanti sono la TPP (circa l'80%) e la TTP (5‐10%). La trasformazione della tiamina in TPP è catalizzata dalla tiaminapirofosfochinasi, enzima Mg‐dipendente, ed avviene soprattutto nel tessuto nervoso. Sia la tiamina libera che la TMP circolano nel plasma legate all’albumina. L’assorbimento della tiamina avviene principalmente a livello del duodeno, e si riduce gradualmente lungo il resto del tenue. La Vitamina B1 favorisce la trasformazione dei carboidrati in energia e aiuta l'organismo a sfruttare l'energia stessa; svolge azione protettiva sul sistema nervoso e sull’apparato cardiaco. Carenza: La deficienza di tiamina è associata ad alterazioni nel metabolismo dei carboidrati. Poiché ci sono scarse possibilità di immagazzinamento della tiamina, i primi disturbi metabolici appaiono dopo pochi giorni di assunzione di una dieta carente in Vitamina B1. Dalla deficienza cronica grave di Vitamina B1 deriva una sindrome caratterizzata da alterazioni a carico del sistema nervoso, del sistema cardiovascolare e dell’apparato gastroenterico, nota come "beriberi". VITAMINA B2 La Vitamina B2, sotto forma due coenzimi flavinici (flavinmononucleotide, FMN, e flavindinucleotide, FAD), costituisce il gruppo prostetico di enzimi che intervengono in diverse reazioni di ossido‐riduzione. In particolare: ‐ decarbossilazione ossidativa dell'acido piruvico; ‐ ossidazione degli acidi grassi e degli aminoacidi; ‐ trasporto di elettroni nella catena respiratoria. Negli alimenti la riboflavina è principalmente presente in forma fosforilata. Dopo idrolisi ad opera di fosfatasi presenti nel lume intestinale, la riboflavina libera viene assorbita nell’intestino tenue. L'assorbimento avviene probabilmente con un meccanismo di trasporto mediato che richiede la presenza di un carrier specifico sulla membrana, a livello della mucosa dell'intestino tenue. Una volta assorbita, la riboflavina si lega a proteine plasmatiche (soprattutto albumina) e giunge al fegato ed ad altri tessuti, dove viene trasformata in FMN ed in FAD. Funzioni: Indispensabile regolatore del metabolismo; possiede un ruolo chiave nell’apporto di ossigeno alle cellule in cui avvengono i processi di trasformazione delle sostanze nutritive in energia. Carenza: La sintomatologia carenziale di riboflavina consiste essenzialmente in un arresto della crescita e in alterazioni della cute (dermatite seborroica), della mucosa ai margini delle labbra (stomatite angolare) e dell’occhio (vascolarizzazione della cornea, congiuntivite e opacità delle lenti). Questi sintomi sono attribuibili ad un rallentamento dei processi anabolici oltre che ad una alterazione dell'assorbimento dei nutrienti, specie di quelli lipidici. La deficienza in riboflavina può provocare una deficienza secondaria di ferro (con conseguente anemia ferropriva), di triptofano e niacina (con conseguente pellagra) (Bates, 1987). VITAMINA B3 Con il termine Vitamina B3 o Vitamina PP (o niacina) vengono indicati sia l'acido nicotinico che la sua amide, la nicotinamide. Sotto forma di coenzimi (il nicotin adenin dinucleotide o NAD e il nicotin adenin dinucleotide fosfato o NADP) partecipano a numerose reazioni di ossidoriduzione, sia a livello dei processi catabolici sia di quelli anabolici, quali la sintesi di acidi grassi e aminoacidi. La niacina può essere sintetizzata a partire dal triptofano, un aminoacido essenziale. La niacina, introdotta nella dieta sotto forma dei coenzimi NAD e NADP, viene assorbita dopo idrolisi da parte degli enzimi intestinali, e in parte dopo deamidazione. Funzioni: Partecipa a numerose reazioni di ossidoriduzione, nella sintesi di acidi grassi e di aminoacidi; inoltre è utile per abbassare il tasso di colesterolo nel sangue e prevenire le malattie cardiovascolari. Carenza: Un’ insufficiente assunzione di niacina porta nel tempo all'insorgenza di una malattia indicata con il termine di "pellagra", caratterizzata da lesioni a carico della cute (dermatite), dell'apparato digerente (diarree) e del sistema nervoso centrale (demenza). Tale malattia, un tempo molto diffusa anche in Italia, è ora limitata solo in quei Paesi dove anche l'apporto proteico è qualitativamente e quantitativamente insufficiente. VITAMINA B5 L'acido pantotenico o vitamina B5 è una vitamina idrosolubile del gruppo B largamente distribuita negli alimenti. L'acido pantotenico è il precursore del coenzima A, formato da una molecola di acido pantotenico, una di ATP e una di cisteina. Il coenzima A è il punto cardine del metabolismo dei carboidrati, degli aminoacidi, degli acidi grassi e dei composti steroidei: è infatti il trasportatore universale di gruppi acilici. La più alta percentuale di acido pantotenico si trova nei tessuti sotto forma di coenzima A, seguita dall’ACP e dell’acido pantotenico libero in piccole quantità (Foss, 1981). Funzioni: È il precursore del coenzima A, che è determinante per il metabolismo dei carboidrati, degli aminoacidi e degli acidi grassi. VITAMINA B6 Con il termine di Vitamina B6 vengono compresi tre composti metabolicamente convertibili tra loro ‐ la piridossina, il piridossale e la piridossamina ‐ ed i rispettivi esteri fosforici (Bender, 1989). Questi ultimi composti sono metabolicamente attivi, in quanto si trovano legati a numerosi enzimi che intervengono in massima parte nel metabolismo degli aminoacidi e di altre sostanze azotate (reazioni di transaminazione, decarbossilazione e racemizzazione). Questo spiega come dall'apporto di questa vitamina con la dieta dipenda la buona utilizzazione delle proteine alimentari. La Vitamina B6 è anche implicata in alcune reazioni del metabolismo glucidico (glicogenolisi) e lipidico (sintesi degli acidi grassi insaturi). Assorbimento: Gli esteri 5‐fosfati della Vitamina B6 presenti negli alimenti vengono defosforilati prima di essere assorbiti come piridossina, piridossale e piridossamina a livello dell’intestino tenue, mediante un processo che richiede energia. La Vitamina B6 sintetizzata dalla flora intestinale è in parte disponibile all’assorbimento. La Vitamina B6 viene escreta nelle urine principalmente sotto forma di acido 4‐piridossico e altri prodotti di ossidazione. Funzioni: Indispensabile nel metabolismo degli acidi nucleici e delle proteine: garantisce l’efficacia di più di 60 enzimi e stimola il sistema immunitario; una sua integrazione dona energia e tono al nostro corpo e combatte la stanchezza fisica ed intellettuale. VITAMINA B9 Con il termine folati si designa un gruppo di sostanze chimicamente e nutrizionalmente riferibili all’acido folico (acido pteroilglutammico). Questi composti si distinguono tra loro in tre punti della molecola: stato di riduzione dell’anello pteridinico, tipo di unità carboniosa ad esso legato, numero di residui di acido glutammico. L'assorbimento avviene principalmente nel digiuno, ed è influenzato dal pH (Sezlhub et al., 1984). Le forme metabolicamente attive sono quelle con l’anello pteridinico ridotto (acido tetraidrofolico, THF), che rappresentano le forme coenzimatiche di trasporto. Questi composti, la cui funzione è quella di trasportare le unità carboniose da un composto all’altro nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi degli acidi nucleici, svolgono un ruolo essenziale in molte reazioni metaboliche alle quali prende parte anche la Vitamina B12. Partecipano infatti alla biosintesi di DNA e RNA, alla metilazione dell’omocisteina a metionina ed al metabolismo di alcuni aminoacidi (interconversione tra glicina e serina e catabolismo dell'istidina). Funzione: Importante per il corretto sviluppo dei globuli rossi. La sua integrazione è particolarmente indicata negli anziani e nelle donne in gravidanza e allattamento (previene le malformazioni del feto). Carenza: L’insufficiente apporto di acido folico porta nell’uomo ad una riduzione della sintesi di DNA e RNA, con la conseguente insorgenza di manifestazioni assai gravi a carico di cellule a rapido turn‐over come quelle del midollo osseo, causando così anemia megaloblastica. La carenza di folati nelle donne in stato di gravidanza è frequente, e costituisce un fattore di rischio della comparsa della spina bifida nel nascituro, una gravissima turba a carico del midollo spinale. VITAMINA B12 La Vitamina B12 o cobalamina è un corrinoide contenente un atomo di cobalto. Le forme più note sono l'idrossi‐, la metil‐ e la cianocobalamina. Quest’ultima si forma durante i processi di estrazione, e rappresenta la forma commercialmente disponibile che, una volta introdotta, viene convertita nell’organismo in due forme metabolicamente attive: l'adenosilcobalamina e la metilcobalamina. La prima partecipa a reazioni quali la conversione del metilmalonil‐CoA a succinil‐CoA nel metabolismo dell’acido propionico che deriva dal catabolismo degli acidi grassi a numero dispari di atomi di carbonio o di certi aminoacidi. La metilcobalamina è invece impegnata nel metabolismo del metile, e quindi nella sintesi della metionina dall’omocisteina e di altri composti metilati (Chanarin, 1979). Assorbimento: Per essere assorbita a livello dell’ileo ma prima deve prima legarsi al fattore intrinseco, una glicoproteina secreta dalle cellule parietali dello stomaco. La Vitamina B12 viene molto ben immagazzinata nell’organismo; la sua emivita è stata calcolata in 1‐4 anni. Funzione: Svolge un ruolo primario nel metabolismo dei tessuti nervosi e produce un senso di vigore e vitalità utile in caso di astenia ed affaticamento. È necessaria soprattutto nella produzione di globuli rossi. Carenza: La carenza di Vitamina B12 provoca disturbi a carico del sistema nervoso e della crasi ematica. La causa principale della deficienza di Vitamina B12 è certamente la riduzione dell’assorbimento, dovuta spesso alla distruzione delle cellule delle pareti dello stomaco da parte di autoanticorpi con conseguente diminuzione o mancanza di secrezione del Fattore intrinseco. L’arresto della divisione cellulare osservato nella carenza di Vitamina B12 è dovuto alla impossibilità di utilizzare i cofattori del folato coinvolti nella sintesi di DNA ed RNA. L’anemia macrocitica megaloblastica, identica a quella da carenza di folati, è il segno clinico più visibile della deficienza. Le diete strettamente vegetariane sono ad alto rischio di deficienza in Vitamina B12. Stati di carenza possono essere osservati in persone anziane con dieta povera di alimenti di origine animale. Una dieta strettamente vegetariana della madre in gravidanza è pericolosa per il nascituro, specie se sarà in seguito allattato dalla madre e poi alimentato anch’esso con dieta vegetariana: i danni neurologici possono essere irreversibili (Kuhne et al., 1991). VITAMINA C Le numerose funzioni attribuite alla Vitamina C sono riconducibili alla sua capacità di ossidarsi (in acido deidroascorbico, dotato anch’esso di attività vitaminica), e di ridursi reversibilmente. L'acido ascorbico è il cofattore di enzimi che catalizzano reazioni di idrossilazione: ‐ l’idrossilazione della prolina e della lisina per la formazione del collageno; ‐ l’idrossilazione della dopamina per la formazione dell’adrenalina; ‐ l’idrossilazione di composti aromatici nel fegato. Inoltre interviene: ‐ nei processi di difesa cellulare, favorendo l’eliminazione dei radicali liberi dell’ossigeno; ‐ riduzione dell’acido folico nelle sue forme coenzimatiche e l’assorbimento intestinale del ferro per riduzione da Fe3+ a Fe2+. La Vitamina C introdotta con la dieta viene assorbita dalla mucosa dell'apparato digerente (stomaco e intestino tenue) mediante un processo di diffusione passiva. L’assorbimento è quasi completo a basse dosi; a dosi più elevate l’assorbimento diminuisce fino a raggiungere valori del 16%. Nel plasma si trova per il 90‐95% sotto forma di acido ascorbico e per il 5‐10% nella sua forma ossidata deidroascorbico. La Vitamina C presente nell’organismo è costituita da una componente labile rappresentata dalla vitamina plasmatica, e una stabile rappresentata da quella dei tessuti (Evans et al., 1982; Kallner et al., 1977). Il livello plasmatico e l’eliminazione urinaria (influenzati dall’introito alimentare) sono in relazione diretta con la saturazione tissutale. La quantità totale di vitamina C nel corpo di un adulto normale è intorno ai 1500 mg. Carenza: La carenza grave di Vitamina C porta ad un quadro clinico conosciuto sin dai tempi antichi con il nome di scorbuto, caratterizzato da fragilità ed emorragia capillare diffusa dovute in particolare alla mancata formazione di sostanze intercellulari e del collagene. Attualmente nei Paesi industrializzati è difficile che si sviluppino casi di scorbuto. VITAMINA D3 Le due forme principali di vitamina D sono il colecalciferolo (Vitamina D3), che deriva dal colesterolo ed è sintetizzato dagli organismi animali, e l'ergocalciferolo (Vitamina D2), che deriva dall'ergosterolo ed è presente nei vegetali. Le due forme hanno circa la stessa attività nell’uomo, per cui normalmente si usa il termine vitamina D per indicare ambedue le forme. Per svolgere la sua attività biologica la vitamina D deve subire due idrossilazioni: la prima nel fegato e la seconda nei tuboli renali prossimali (Combs, 1992). I livelli circolanti di 1,25‐(OH)2‐D non sono influenzati dallo stato vitaminico D, eccetto che in situazioni di severa deplezione. La sua sintesi è infatti strettamente regolata con un meccanismo a feedback, e dipende soprattutto dal fabbisogno di calcio e fosforo dell’organismo (Reichel et al., 1989; Kumar,1986). La 1,25‐(OH)2‐D è la forma attiva della vitamina D. Funzioni: Regola il metabolismo del calcio e del fosforo per il processo di ossificazione, favorendo l'assunzione di minerali. Carenza: I segni precoci di carenza di vitamina D sono: diminuita concentrazione serica di calcio e fosforo (come risultato del diminuito assorbimento a livello intestinale), iperparatiroidismo secondario ed aumento dell'attività della fosfatasi alcalina nel siero. A questo stadio si possono avere convulsioni da ipocalcemia. Segni più tardivi sono: inadeguata mineralizzazione dello scheletro (rachitismo o osteomalacia), debolezza muscolare, dolori e deformazioni alle ossa (Combs, 1992). VITAMINA E La Vitamina E è presente in natura in otto forme, la più importante delle quali è l’alfa‐tocoferolo. Assorbimento: L’assorbimento dei tocoferoli avviene a livello dell’intestino tenue mediante un processo di diffusione passiva che richiede l’azione degli acidi biliari. L’efficienza dell’assorbimento dei tocoferoli e dei loro esteri varia dal 20 al 40%, a seconda delle condizioni fisiologiche e nutrizionali. Dalla mucosa intestinale i tocoferoli passano prima nella circolazione linfatica e poi in quella sistemica, dove sono veicolati dalle lipoproteine. Dalla circolazione periferica i tocoferoli sono captati dal fegato e dai tessuti extraepatici, dove vengono concentrati nelle strutture membranose delle cellule (mitocondri, microsomi, membrane plasmatiche e nucleari). I depositi quantitativamente più rilevanti sono rappresentati dal tessuto adiposo (150 μg/g), dal muscolo (19 μg/g) e dal fegato (13 μg/g). L’azione biologica della vitamina E è dovuta principalmente (e forse esclusivamente) alle sue proprietà antiossidanti: essa previene la propagazione dell’ossidazione degli acidi grassi poliinsaturi (PUFA), sequestrando i radicali perossilipidici. Questa sembra essere la funzione fondamentale della Vitamina E nei tessuti animali ed in particolare nelle membrane cellulari, dove il tocoferolo si trova associato ai PUFA nei fosfolipidi. Funzioni: Protegge tessuti ed organi dall'invecchiamento precoce, specialmente la pelle e l'apparato cardiovascolare. Interviene inoltre nei processi di produzione di energia. Carenza: Situazioni di carenza in vitamina E non si riscontrano in individui normali. Infatti la maggior parte delle diete ne contengono adeguate quantità. Bambini ed adulti incapaci di assorbire od utilizzare la vitamina E in modo adeguato possono sviluppare disordini neurologici caratteristici e progressivi che coinvolgono il sistema nervoso centrale e periferico, la retina ed i muscoli. VITAMINA H La Biotina o Vitamina H è una vitamina del gruppo B contenente zolfo. Coenzima di diverse carbossilasi, agisce fissando inizialmente la molecola di CO2 e trasferendola successivamente alla molecola da carbossilare. Nell'uomo la biotina è il coenzima di quattro importanti carbossilasi, implicate nel metabolismo intermedio: la piruvato carbossilasi nella gluconeogenesi, la propionil‐CoA carbossilasi per il metabolismo del propionato; la metilcrotonil‐CoA carbossilasi per il metabolismo degli aminoacidi ramificati e l'acetil‐CoA carbossilasi nella sintesi degli acidi grassi (Wood & Barden, 1977). L'uomo è del tutto incapace di sintetizzare la biotina; questa proviene essenzialmente dall'alimentazione e, per una piccola parte, dai microorganismi del tratto gastrointestinale. La biotina introdotta con la dieta non è libera, ma legata alle proteine per mezzo di un residuo di lisina (Marquet, 1977). La biotinidasi presente nel succo pancreatico scinde il legame biotina‐lisina, liberando così nel lume intestinale la vitamina. I meccanismi di assorbimento intestinale della biotina sono poco conosciuti nell'uomo. La biotina circola nel plasma sia in forma libera che legata alle proteina (globuline e albumina) ma, attualmente non si conosce l'esistenza di una proteina vettrice specifica. Funzione: Interviene nella sintesi degli acidi grassi, degli acidi nucleici e nel metabolismo degli amminoacidi ramificati. Carenza: Nell'adulto è assai rara l'insorgenza di una carenza primaria di biotina, che si manifesta principalmente con alterazioni a carico della cute (desquamazioni). VITAMINA K Vitamina K è il termine generale utilizzato per una serie di composti derivati dal 2‐metil‐1,4‐naftochinone, tra cui i fillochinoni o Vitamina K1 (che sono la forma prevalente nella dieta) e i menachinoni o Vitamina K2. Nell’uomo, la Vitamina K è il cofattore di una carbossilasi che catalizza la carbossilazione di specifici residui di acido glutammico presenti in alcune proteine per formare residui di acido μ‐ carbossiglutammico (Suttie, 1984; Shearer, 1990). Tra le proteine che subiscono questa reazione, le principali sono coinvolte nel processo di coagulazione del sangue (protrombina, fattore VII, fattore IX, fattore X ed altre quattro proteine recentemente identificate nel plasma), mentre l’osteocalcina è presente nella matrice ossea. La Vitamina K viene assorbita rapidamente a livello dell’ileo prossimale e passa con i chilomicroni nella circolazione linfatica. Come per le altre vitamine liposolubili, l’assorbimento necessita di normali funzioni pancreatiche e biliari, ed è quindi favorito dalla presenza concomitante dei grassi. La vitamina K viene immagazzinata solo in piccole quantità nell’organismo, poichè ha un turnover elevato (emivita di circa 17 ore) (Olson, 1994). L’apporto continuo con la dieta e l’assorbimento ad opera del colon sono quindi indispensabili. La sintesi della vitamina K avviene anche ad opera della flora microbica presente nel colon, ma l’entità dell’assorbimento a questo livello, e quindi il contributo della forma sintetizzata all’apporto di vitamina all’organismo non è ancora del tutto noto. Funzione: Indispensabile per la sintesi di alcuni fattori che intervengono nella coagulazione del sangue, la mineralizzazione delle ossa e la ricalcificazione delle fratture. Carenza: La deficienza di vitamina K determina una sindrome emorragica, a causa dell’inadeguata sintesi dei fattori della coagulazione del sangue. I segni clinici vanno da lievi ecchimosi ad emorragie anche fatali. I primi sintomi riguardano l’allungamento dei tempi di coagulazione e l’abbassamento del livello plasmatico di protrombina. Particolarmente a rischio di carenza sono i neonati, poichè hanno scorte ridotte di vitamina (il trasporto placentare della vitamina è limitato) e non hanno ancora sviluppato la microflora intestinale. Inoltre il latte umano non è una buona fonte di vitamina K (Greer, 1995). CALCIO Il calcio è il minerale più largamente rappresentato nell'organismo umano: nell'adulto è contenuto nella misura di 1200 g circa, il 99% del quale nello scheletro e nei denti. Il rimanente 1% è ripartito tra tessuti molli e liquidi extracellulari; in questi ultimi la quota ionizzata (45% circa) rappresenta la quota funzionalmente attiva. Nelle ossa il calcio svolge un ruolo strutturale come componente dell’idrossiapatite e costituisce una riserva per il mantenimento della concentrazione plasmatica, che varia entro stretti limiti intorno a 2,5 mmol/l (10 mg/dl) grazie alle note azioni omeostatiche svolte dagli ormoni calcio‐regolatori: paratormone, calcitriolo (1,25 OHcolecalciferolo) e calcitonina. Nell'ambito extra ed intracellulare lo ione calcio è richiesto per lo svolgimento di funzioni altamente specializzate (attivazioni enzimatiche, trasmissione dell'impulso nervoso, contrazione muscolare, permeabilità delle membrane, moltiplicazione e differenziazione cellulare). CROMO Il cromo agisce potenziando l'azione dell'insulina, e pertanto influenza il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine secondo meccanismi non ancora ben stabiliti (Offenbacher & Pi‐Sunyer, 1988; Stoecker, 1990, Nielsen, 1994). Si pensa che il cromo faciliti l'azione dell'insulina regolando il numero dei recettori di membrana o favorendo l'interazione fra recettore ed insulina o in entrambi i modi. Il cromo potrebbe regolare la sintesi di molecole che potenziano l'azione dell'insulina, intervenendo a livello di espressione genica. Nonostante vi siano chiaramente ancora molti pareri discordanti, in alcuni studi il cromo: ‐ Sembrerebbe migliorare la glicemia a digiuno, le concentrazioni di insulina basali e i livelli di Emoglobina glicosilata, come osservato in circa 180 pazienti affetti da diabete di secondo tipo; ‐ Favorirebbe una diminuzione apprezzabile delle concentrazioni di colesterolo totale e colesterolo LDL; ‐ Migliorerebbe la composizione corporea, ottimizzando la crescita muscolare e facilitando la perdita di massa grassa, misurata strumentalmente con DEXA, in atleti sottoposti ad allenamento. Dati tuttavia non confermati da lavori successivi (Med Sci Sports Exerc 1998; 30:1730‐7). FERRO Il ferro entra nella costituzione dell’emoglobina, della mioglobina e di diversi enzimi. Come tale svolge importanti funzioni, quali il trasporto di ossigeno ai tessuti, il trasferimento di elettroni nella catena respiratoria e l’attività di importanti sistemi enzimatici. Tra questi, quelli, della sintesi e degradazione delle amine biogene (tra cui i neurotrasmettitori dopamina e serotonina) e quelli devoluti alla degradazione metabolica di xenobiotici (citocromo P450 e b5). Il contenuto di ferro nell'organismo è di circa 3‐4 g. Circa il 65% del ferro totale dell’organismo è presente nella molecola dell'emoglobina, mentre il 10% è contenuto nella mioglobina. La quota rimanente è rappresentata principalmente dal ferro di deposito (ferritina ed emosiderina), mentre minime quantità sono contenute negli enzimi e nei citocromi o sono associate alla transferrina (proteina di trasporto). L'organismo mantiene l'equilibrio del ferro attraverso: la costituzione di un pool di riserva, la modulazione dell'assorbimento in funzione dei bisogni e il recupero dal catabolismo degli eritrociti (Finch & Cook, 1984). FOSFORO Gran parte del fosforo presente nell'organismo (85%) è depositato nelle ossa insieme al calcio sotto forma di idrossiapatite; il rimanente 15% è situato nei tessuti molli e nei liquidi extracellulari, nei quali riveste un ruolo strutturale (fosfolipidi presenti in tutte le cellule e specialmente nel tessuto nervoso) ed un ruolo funzionale (fosfati) nel metabolismo intermedio, ed in una serie di composti adibiti a deposito e trasporto di energia (ATP) e alla trasmissione intracellulare di messaggi ormonali (AMPc). È inoltre un componente del materiale genetico, poiché è un costituente delle nucleo‐proteine. Sotto forma di fosfato mono e bibasico funziona come sistema tampone, e dunque contribuisce alla regolazione dell'equilibrio acido‐base dei fluidi corporei. L'omeostasi del fosforo è mantenuta dalle variazioni dell'escrezione renale di fosfati, della quale il paratormone è il principale regolatore (Lau, 1986). Circa il 60% del fosforo alimentare è assorbito dall'intestino; l'assorbimento è influenzato favorevolmente dalla vitamina D (1‐25 idrossicolecalciferolo), indipendentemente dal suo effetto sull'assorbimento del calcio (Kabakoff et al., 1982). MAGNESIO Il contenuto corporeo di magnesio nell'organismo adulto è di 20‐28 g circa: il 60% è presente nelle ossa, il 39% nei compartimenti intracellulari e circa l'1% nei liquidi extracellulari. Il magnesio svolge un ruolo essenziale in un gran numero di importanti reazioni cellulari. Ha anche ricoperto un ruolo importante nell'evoluzione biologica, in quanto componente della clorofilla e dei composti contenenti legami altamente energetici come il complesso MgATP. È pertanto essenziale in molti processi metabolici (biosintesi dei lipidi, delle proteine e degli acidi nucleici, formazione del secondo messaggero AMP‐ciclico, e glicolisi) oltre che in processi di trasporto di membrana energia‐dipendenti. Il magnesio partecipa all'attività di oltre 300 sistemi enzimatici (Wacker, 1980). La sua concentrazione nei liquidi extracellulari è di importanza critica, insieme a quella del calcio e di altri cationi, per il mantenimento del potenziale di membrana dei nervi e dei muscoli e per la trasmissione dell'impulso nervoso: il magnesio è inoltre essenziale per i processi di mineralizzazione e di sviluppo dell'apparato scheletrico (Aikawa, 1981). Il magnesio è assorbito nel tenue attraverso un meccanismo mediato da un trasportatore ma anche da un processo di diffusione aspecifico. Le perdite di magnesio avvengono con le feci, le urine e il sudore. Nei reni, la frazione di magnesio plasmatico non legata a proteine viene ultrafiltrata a livello glomerulare; circa il 30% del magnesio filtrato è riassorbito a livello del tubulo prossimale, mentre un altro 60% è riassorbito a livello dell'ansa di Henle. L'omeostasi del magnesio è sostanzialmente garantita dalla funzione renale e dalla modulazione dell’assorbimento a livello intestinale: per bassi apporti di magnesio si verifica un aumento dell'assorbimento ed una riduzione delle perdite urinarie. Riduzioni brusche della concentrazione extracellulare di magnesio determinano un aumento della produzione di paratormone, incrementando sia la conservazione renale sia il rilascio dal pool scheletrico (Shils, 1988). MANGANESE Il manganese si è rivelato elemento essenziale in ogni specie animale studiata. Il contenuto totale di manganese nell'organismo umano varia da 12 a 20 mg. Il manganese è noto come attivatore di numerosi enzimi in vitro, ed è costituente di alcuni metalloenzimi (arginasi, piruvato carbossilasi, glutamina sintetasi e superossido dismutasi mitocondriale) (Hurley & Keen,1987; Keen, 1990). I tessuti e gli organi più ricchi di manganese sono le ossa e gli organi ricchi di mitocondri (fegato, rene e pancreas). I livelli sierici variano da 0,04 a 0,05 mg/l. Il manganese è quasi totalmente eliminato per via biliare, ma con un circolo enteroepatico che ne limita le perdite. Nelle urine si ritrova solo in minime quantità, anche se il manganese urinario tende ad aumentare per apporti più elevati. Si ritiene che venga assorbito solo il 5‐10% del manganese proveniente dalla dieta, ma l'efficienza dell'assorbimento è probabilmente maggiore per apporti alimentari bassi. L'assorbimento avviene nell’intestino tenue; ferro e cobalto possono competere per l'assorbimento. Anche elevati livelli di calcio, fosforo e fitati compromettono l'assorbimento del manganese. POTASSIO Il potassio è il principale catione intracellulare, essenziale in quanto non sostituibile da altri elementi. Almeno il 95% è intracellulare, la quota rimanente si trova nel liquido extracellulare. Questa compartimentalizzazione viene mantenuta dalla pompa sodiopotassio, di fondamentale importanza per il passaggio, attraverso la membrana cellulare, di molecole contro gradiente elettrochimico e di concentrazione, e quindi per il controllo della pressione osmotica e dell’equilibrio acido‐base (Luft, 1990). Il contenuto corporeo di potassio è un indice della massa magra dell'individuo, in quanto è proporzionale alla massa corporea cellulare. La pur piccola quota di potassio extra‐cellulare è coinvolta in processi fisiologici importanti, come la trasmissione degli impulsi nervosi, il controllo della contrattilità muscolare e della pressione arteriosa. Il potassio, analogamente al sodio, è contenuto negli alimenti in forma ionica, solubile e quindi disponibile all'assorbimento. Più del 90% del potassio di origine alimentare viene assorbito nel tratto prossimale dell’intestino tenue. Tuttavia, variazioni negli apporti non si riflettono sui livelli plasmatici di potassio, in quanto il rene regola l'omeostasi ed il bilancio del potassio attraverso un processo di filtrazione glomerulare e di secrezione tubulare. La filtrazione glomerulare ammonta a circa 680 mEq/die (26,5 g), mentre la secrezione tubulare, regolata dall'aldosterone e dagli altri mineralcorticoidi, è molto più efficiente nell'eliminare il potassio in eccesso. Fino al 10% delle perdite di potassio giornaliere si verificano nelle secrezioni intestinali dell'ileo distale e del colon. RAME Grazie ai suoi due stati ossidativi, il rame partecipa all’attività di metalloenzimi che trasferiscono elettroni (ossidasi): citocromo‐ossidasi, tiolossidasi, dopamina ossidasi e superossido dismutasi (SOD). Il rame risulta di conseguenza un elemento essenziale per il metabolismo energetico a livello cellulare, per la produzione di tessuto connettivo e per la sintesi di peptidi neuroattivi (catecolamine ed encefaline).

Composizione

Vitamina A (Acetato di retinile) Vitamina D (Colecalciferolo) Vitamina E (D‐alfa tocoferil acetato) Vitamina K (Fitomenadione) Vitamina C (Acido l‐ascorbico) Tiamina ‐ Vit. B1 (da Tiamina cloridrato) Riboflavina ‐ Vit. B2 (Riboflavina) Niacina – Vit. B3 (da Nicotinamide) Vitamina B6 (da Piridossina cloridrato) Acido pantotenico ‐ Vit. B5(da Calcio D‐pantotenato) Acido folico (Acido pteroil‐monoglutammico) Vitamina B12 (Cianocobalamina) Biotina (D‐Biotina) Calcio (da Calcio fosfato tribasico) Magnesio (da Magnesio ossido) Ferro (da Ferro fumarato) Zinco (da Zinco gluconato) Rame (da Rame gluconato) Manganese (da Manganese gluconato) Selenio (da L‐Selenometionina) Cromo (da Cromo picolinato) Luteina [da Calendula messicana (Tagetes erecta L., capolini)] Eccipienti: Agente di carica: cellulosa; agenti di rivestimento: idrossi‐propilmetilcellulosa, talco, polietilenglicole; agenti antiagglomeranti: sali di magnesio degli acidi grassi (vegetale), biossido di silicio; coloranti: biossido di titanio, complessi rameici delle clorofille.

Modalita' di conservazione

Conservare in luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore.

Confezionamento

Pilloliera 30 compresse da 1.33 g

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